sabato 26 novembre 2011

SIMIL PAN DE MEI


Domenica pomeriggio mi stavo annoiando e allora cosa c'è di meglio di cucinare qualcosa di nuovo? Decido quindi di realizzare il Pan de mei, ricetta lombarda. Prendo L'Enciclopedia della Cucina Italiana, inserto di Repubblica di qualche anno fa e comincio ad approntare la mise en place.
Di solito mi studio una ricetta, controllo i liquidi e gli zuccheri che non siano in eccesso, dimezzo il lievito ecc., ieri invece ho solo dimezzato il lievito.
Inserisco tutti gli ingredienti nel boccale dell'impastatrice e la metto in azione. Vedo subito che c'è qualcosa che non va:
dove dovrebbe esserci un impasto morbido ma sodo io mi ritrovo una bella cremina.
Controllo gli ingredienti, niente di diverso tra quelli della ricetta e quelli da me preparati; quindi m'incavolo: con quelli che pubblicano ricette senza prima testarle e con me per non aver passato ai raggi x gli ingredienti.
Comincio ad inserire farina 00: 2 – 4- 6 – 8 cucchiai, no non bastano. Decido quindi di dare una controllatina al mio librone de Le Ricette Regionali. Cosaaaaaaaaaaaaaaa? Non c’è latte? Ma se io ne ho messi 3 dl!!!! E poi quanta farina fioretto! Un sacco!
Ok, inizio a inserire nel boccale anche la fioretto a cucchiaiate, 2 – 4 – 6 – 8 – 10 chi le conta più? Tocco l’impasto, leggermente appiccicaticcio, ma sì, che vuoi che facciano un paio di cucchiaiate in più di farina 00?
Faccio impastare per 5 minuti e la fermo. Facciamogli fare un po’ di autolisi. Poi altri 15-20 minuti di impastatrice.
Decido di farla lievitare, prima però voglio pesarla: kg. 1,8 di impasto contro il mezzo chilo circa che avrebbe dovuto essere!!!!
Metto l’impasto a lievitare in una grossa marmitta, coperto con pellicola in posto caldo (nel forno con la sola lucetta accesa), me ne dimentico e mi metto a fare altro.
Dopo un po’ di tempo guardo nel forno, cavoli e che è? Blob?
La massa stava tentando di scappare dal contenitore spingendo contro la pellicola: avete presente il pesce boccalone? Quello che dentro negli acquari rimane con la bocca attaccata al vetro? Ecco sembrava proprio quello!
Decido di fare tanti bei paninetti tondi da un etto ciascuno: è il colmo me ne vengono 18 e quasi tutti uguali.

Faccio lievitare di nuovo e dopo  un paio d’ore a lievitazione avvenuta, inforno a 220° per 15 minuti 15.

Secondo il famigerato libro, non appena tolti dal forno li dovrei lucidare con 45 g di zucchero e 1 cucchiaio di acqua, ecco perché su alcuni panini vi è la glassa; decido di aggiungere dell’acqua ad occhio e rifaccio sciogliere lo zucchero. Ora i panini sono perfetti, dimentico per cinque minuti che sono a dieta e mi divoro un paninetto caldo, di una libidine assoluta! Allora faccio la suddivisione dei pani e dei pesci, ne porto cinque a mio fratello che è un “pìochino” e gli altri a mia cugina che fa parte di una famiglia di divoratori di cibo.


Considerazioni: visto com’è iniziata la realizzazione della ricetta, posso dire che alla fine mi è andato tutto bene.
E’ mia ferma intenzione cmq eseguire nei prossimi giorni la vera ricetta del Pan de mei e la ricetta stavolta è sicuro che la prenderò dal mio bel librone de Le Ricette Regionali Italiane.


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